Per salutogenesi ci riferiamo al concetto declinato originariamente da Antonovsky (1979), dove la salute è intesa come il risultato di un’interazione dinamica tra fattori d’aggravio e fattori di protezione, capacità di sviluppare strategie di coping funzionali per fronteggiare stressor psicosociali, e capacità di conservare un senso/principio di coerenza.
Ciò che determina se lo stress causa un danno della salute psichica, fisica e sociale, secondo questo modello teorico, oltre alla percezione degli eventi e alla risposta di coping ad essi, è se gli stressor violano o meno il senso di coerenza. Il senso di coerenza prevede che ciò che accade, l’evento stressogeno è predicibile e spiegabile, si dispone delle risorse per affrontarlo ed è visto come sfida, opportunità degna di investimento ed impegno. Tale costrutto è molto connesso al senso di efficacia ed empowerment in psicologia di comunità, nonché in una riflessione più squisitamente psicodinamica, ai processi metacognitivi e alla funzione riflessiva, in particolare nella componente dei processi di controllo.
Il senso di coerenza avrebbe tre componenti: comprensibilità (credenza che le cose accadono in modo prevedibile e che quindi è possibile comprendere gli eventi della vita e predire ciò che accadrà in futuro), gestione (credere di avere le capacità e il supporto necessario per prendersi cura di cosa accade e che sia sotto il proprio controllo), significazione (credere che le cose della vita siano interessanti e fonte di soddisfazione, e che c’è una buona ragione perché ci si possa prendere cura di ciò che accade).
Se la patogenesi lavora in modo retrospettivo, la salutogenesi lavora in particolare in modo prospettico, considerando come creare, accrescere e migliorare il benessere fisico, psichico e sociale.
La salute ha a che fare più che con l’assenza di malattia, con la consapevolezza di sé, con lo sviluppo del potenziale o meglio con la consapevolezza del potere personale, gruppale e collettivo per il raggiungimento di aspirazioni, sogni, visioni. Si tratta del modello della salute umana conforme alle direttive internazionali dell’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Salute, sancite nella Dichiarazione di Alma Ata (1978), nella Carta di Ottawa (1986) e soprattutto nel rapporto della “Commissione Salute” dell’Osservatorio Europeo su Sistemi e Politiche per la Salute (European Observatory on Health Systems and Policies 2010), in cui la salute è definita come “lo stato emotivo, mentale, fisico, sociale e spirituale di benessere, che consente alle persone di raggiungere e mantenere il loro potenziale personale nella società.
Il paradigma epistemologico alla base è quello olistico-ecologico, che considera l’individuo nella sua globalità, come un “sistema unitario” governato dalla coscienza di Sé, in cui mente, emozioni e corpo sono inscindibili dimensioni funzionali del sistema stesso.
Il paradigma olistico rappresenta un’avanzata formulazione scientifico epistemologica basata sulle neuroscienze, sulla teoria dei sistemi e sulle teorie dell’evoluzione, che negli ultimi decenni si è sviluppata a livello internazionale grazie ad un vasto gruppo di filosofi della scienza e studiosi come Laszlo, Capra, Maturana, Varela, Bohm, Prigogine e Del Giudice. In Italia, importanti contributi rispetto alla dimensione psico-affettiva, relazionale sono forniti dai prof. Cheli e Montecucco. Il termine va quindi scientificamente declinato, lontano da definizioni riduzionistiche ed approssimative, molto frequenti oggi in alcune sottoculture.
I modelli teorici di riferimento per il counseling relazionale, sono essenzialmente di tipo psicodinamico, da E. Berne, A. Ellis, A.H. Maslow, Carl Rogers, P. Shellenbaum, Hal e Sidra Stone, W. Reich.
Raccogliendo il contributo della Psicologia di Comunità, in particolare della prospettiva di autori come Prillentlesky, Perkins, inoltre si opera per dare risalto alla dimensione ecologica che delinea come fondante i percorsi di promozione del benessere, e quindi della salute, l’analisi e il riconoscimento del potere, personale, gruppale e comunitario, sviluppando interventi multidimensionali a vari livelli dei sistemi di vita. Il professionista, operando nei contesti in particolare attraverso il metodo della ricerca-azione, diventa agente promotore di cambiamento sociale, di liberazione e di benessere nelle società, nelle comunità, nelle organizzazioni, nei piccoli gruppi e negli individui. Opera cioè in un’ottica integrante e multidisciplinare, in modo da non perdere mai la visione globale, considerando e facendo leva sui fattori di promozione della salute nell’ottica di una riconnessione con il sé, con gli altri, la comunità e la natura.
Dott.ssa Francesca Scafuto – Psicoterapeuta, dottore di ricerca in psicologia della salute, insegnante, vicepresidente Fondazione Rebecca